Può un’opera d’arte o d’ingegno mai dirsi completamente e definitivamente conclusa?
Il lavoro è finito, l’opera è terminata, il manufatto è realizzato e poi?
Poi inizia realmente e concretamente a vivere attraverso gli occhi, i pensieri, i gesti gli umori e le azioni, di chi li apprezza e assumono nuove latitudini e acquistano nuove profondità e viaggiano nel tempo.
Come ascoltare Beethoven al tempo di Beethoven o ascoltarlo oggi dopo i Beatles, Michael Jackson, Stockhausen e Lady Gaga oppure Dante declamato da Dante o interpretato da Benigni. Non è la stessa cosa, nei nostri film mentali si sovrappongono altre immagini, altri suoni, altre esperienze.
Se fosse meglio prima quando Ludovico Van chiuse la partitura o adesso moltiplicata di rimandi non potremmo mai saperlo.
Una cosa è certa, nel bene e nel male, il Tempo e la Storia le hanno rese infinitamente più ricche e oltre la parola fine, immortali. E l’ologramma di Jim Morrison canta e incanta: When the music’s over, turn out the lights, turn out the lights, oh yeah. La musica non è mai finita e nemmeno la borsa...