"Io sono mia"
"nè puttane nè madonne"
"vogliamo anche le rose"
"una donna ha bisogno di un uomo come un pesce di una bicicletta"
"le donne hanno le loro colpe, gli uomini soltanto due:
tutto ciò che dicono, tutto ciò che fanno"
"se prendi un uomo, ributtalo indietro"
"maschio, maschio, che cosa stai a fare, a casa ci sono i piatti da lavare"
Paradossale, provocatorio, eccessivo, arbitrario, utilizzare gli slogan femministi anni '70 per comunicare una nuova linea di pelletteria di alto artigianato interamente realizzata a mano? No, anzi, è un vero e proprio omaggio alle donne di oggi che decidono di tornare in piazza e far sentire alta, luminosa e chiara la propria voce al mondo intero.
Chiedendo rispetto e dignità, rivendicando la propria identità di esseri umani straordinariamente speciali, urlando a chiare lettere basta alla mignottocrazia e alle sue derive. Certo i tempi sono cambiati (rispetto a quelli del femminismo radicale) e le borse pure, ma l'attualità e i media ci hanno restituito, troppo spesso, immagini di donna e di un femminile che sappiamo non corrispondere al vero, cioè molto distanti dalla sua vera, essenziale, intima e misteriosa natura.
La donna contemporanea ha voglia di essere sempre più Donna- soggetto e sempre meno Donna- oggetto, di contare, comandare, scegliere, governare (e non solo il focolare domestico) e di farlo finalmente e pienamente da Primadonna, non più da vice- maschio. Rose incluse.
Viva le donne quindi, viva le donne tutte, con tutte le diversità e tutte le molteplicità, senza distinguo. Viva la loro forza e viva la loro bellezza, che rendono migliore il mondo e più entusiastamente il nostro vivere.